
Sei dietro la mia sedia e le tue mani sono a un passo dalle mie spalle, sospese in attesa del mio consenso al tuo tocco. Non ho mai scritto una lettera a qualcuno che si trovasse così vicino.
Ho imparato che ammettere di aver sbagliato è meno stancante del trovare giustificazioni aogni errore e lo ammetto: non ti rendo la vita facile, in questi trent’anni non ti ho mai dato tregua. La colpa non è mai stata la tua, non sei stata tu a farmi diventare così, ti ho trasformato nel mio carnefice perché io sono stata il tuo. In realtà sono stata io a farti del male, a torturarti, sfinirti per potermi sentire in colpa, ti ho stuzzicato così da poter dire che sono la povera vittima di una parte di me.
Li ricordo i giorni in cui riflessa nello specchio ti ho insultata per il futuro che credevo…
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