La consistenza del mio respiro

«Che cerchi?» Le chiese una donna che passeggiava attraversando il parco per andare a lavoro e che si fermò a fissarla.

La ragazza si girò, aveva le guance sporche di terra, i capelli arruffati, gli occhi castano scuro gonfi e arruffati anche quelli «Cosa?»

«Che cerchi? È un mese che passo da questo parco quasi ogni mattina per andare a lavoro e sei sempre qui, a volte mi siedo sulla panchina lì in fondo bevendo un caffè e ti guardo mentre cerchi qualcosa. Cosa cerchi?»

La ragazza si passò il dorso della mano sulla fronte sudata «Ha un fazzoletto?»

«Sì certo!» lo estrasse dalla ventiquattr’ore che teneva in mano e lo passò alla ragazza che si asciugò la fronte e il collo e ricominciò a cercare «Potrei aiutarti se mi dicessi cosa cerchi»

La ragazza si girò di scatto con rabbia «Conosce il mio respiro?» la signora non rispose «Sa che consistenza abbia? Ho ritrovato tutto. Ho ritrovato le lacrime, il verde, il blu, un capello riccio dentro una scatola di legno dove prima ci stava una bottiglia di vino bianco ma che ora contiene orecchini.» la ragazza si passò la mano sul viso cercando di cambiare espressione, tono di voce, per vedere se giocare a bubu settete fosse utile «Ho ritrovato le parole, tutte le parole che vuole e anche le metafore sulla mancanza, il vuoto, l’arto fantasma. Ho persino ritrovato il mio cuore sotto una maglietta che non pensavo mi sarebbe mai stata comoda e l’ho lasciato dov’è per non sciuparlo che se proprio devo decido io con chi. Ho ritrovato le notti insonni, il rumore dei passi sulle scale e di uno sportello della macchina chiuso sempre troppo forte. Ho ritrovato la nostalgia per tutto ciò che il mio inconscio mi permette di ricordare. E poi la paura, quella l’ho incorniciata insieme ad un mandala per non dimenticarmi di spaventarla tutte le volte che lei spaventa me. Ma signora io cerco il mio respiro. Non ricordo dove l’ho lasciato, a volte lo sogno. Sogno che suona al citofono e che mi dica che era solo uscito a fare un giro. Che posso rimettermi il cuore in petto e che ho fatto bene ad incorniciare la paura perché con il respiro si combatte meglio e sappiamo cosa combattere e per cosa combattere. Ma poi non c’è e il petto si blocca a metà strada tra l’inspirare e l’espirare. Signora la conosce la consistenza del mio respiro?»