Vasi comunicanti e altre cose a caso

Da quando sono malata mi sono accorta che la mia vita procede a scatti, ma che in fondo sia così per chiunque tranne per chi vuole che capiti sempre qualcosa, anche cose a caso, anche cose inutili, sofferenze inutili, finti amori inutili, scorciatoie che portano solo a strade che “non spuntano”. È così per tutti, e mi rendo conto che mi affanno a nasconderlo, a fare sempre qualcosa perché se fai qualcosa secondo la cultura di massa: stai bene! Ma posso stare bene anche senza fare niente.

Per me è come se ogni tot tempo ci fosse un edizione speciale alla tv che dirama un lockdown. È come alzarsi ma stare comunque seduti, è come saltare sul letto ma qualche volta sbattere la testa nel tetto.

E quando sto seduta… va beh io sono sempre seduta ma quando sto seduta dentro il mio corpo mi sembra di diventare una specie di contenitore, un pensatoio che potrebbe essere anche utile se la riproduzione della bacchetta magica di Harry Potter che ho nell’armadio funzionasse. Ma non funziona e io posso contenere tutto e tutti, i miei pensieri e i pensieri degli altri. Lo so, lo so non è un discorso umile ma non posso essere perfetta. Non si può contenere per sempre, non mi posso contenere per sempre, contenersi da soli non credo sia fattibile, perché tanto o si rompe da solo sto contenitore o qualcun altro toglie il tappo e finisce che succede un casino come con il vaso di Pandora, oppure che fai spuntino con il frutto sbagliato, fate voi…

Allora penso che io non voglio contenere nessuno per intero e che non voglio che qualcuno contenga me per intero, io non voglio contenermi per intero, voglio avere la sincerità di dare e di ricevere pure da seduta, la libertà di versarmi in qualcuno e che qualcuno si versi in me raggiungendo lo stesso livello di qualsiasi cosa sarà il turno di contenere.

Voglio “il principio dei vasi comunicanti”

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