Per rabbia o per vendetta

Guarda, guardami mentre colpisco l’aria per fare un ballo che nella mia testa non mi fa mai cadere.

Guarda, guardami mentre infilo la mano in sinapsi stanche e mi estrapolo per intrappolarmi nella mia vita.

Guarda, guardami mentre mi cede il collo e poi cede il passo nel ricordo sbagliato.

Tuo o suo, che importa? È comunque mio. Comunque mio

Guarda, guardami mentre ballo in mezzo all’impazienza, al dolore lasciato su quella cazzo di sedia.

Guarda, guardami mentre scrivo parole inutili, buone solo per un girotondo.

Guarda, guardami mentre provo a trasformarmi in acqua da bere e buttare.

Le tue scorie o le sue, che importa? Sono comunque mie. Comunque mie

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